Bonus Investimenti SUD 2021
Con il Bonus Investimenti Sud 2021 la Legge di Bilancio guarda alle imprese del Mezzogiorno e rilancia il Piano Sud 2030, definendo un percorso preciso, fondato su innovazione e cambiamento. Dalle misure fiscali per il lavoro al rilancio del Bonus Sud, combinato con il credito d’imposta investimenti in beni strumentali, sono diverse le direttive per il rilancio dell’economia del territorio del Mezzogiorno.
Introdotto con la Manovra 2016, il Credito di imposta per gli investimenti nel Mezzogiorno – PON “Imprese e competitività” 2014-2020 (FESR) aveva validità compresa tra il 1° gennaio 2016 e il 31 dicembre 2019. Si tratta di un credito d’imposta per l’acquisto di beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive situate nelle regioni meridionali: Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Molise, Sardegna e Abruzzo. Prorogato prima al 31 dicembre 2020, oggi la nuova Legge di Bilancio rinnova il Bonus Investimenti sud per il 2021 e proroga la scadenza della misura fino 2022.
Che cos’è il Bonus investimenti sud 2021?
È una misura a cui possono accedere le piccole e medie imprese che hanno ricevuto dall’Agenzia delle Entrate l’autorizzazione alla fruizione del credito di imposta in relazione a progetti di investimento riguardanti l’acquisizione di beni strumentali nuovi. Sono escluse le attività economiche di agricoltura, silvicoltura e pesca.
Ricapitolando, il Bonus Investimenti Sud 2021 spetta a PMI con sede in:
- Campania
- Puglia
- Basilicata
- Calabria
- Sicilia
- Molise
- Sardegna
- Abruzzo
Sostiene, anche mediante contratti di locazione finanziaria, l’acquisto di:
- nuovi macchinari
- impianti
- attrezzature
La misura del credito d’imposta – che spetta anche per investimenti sostenuti negli anni precedenti – è pari al:
- 45%per le piccole imprese
- 35% per le medie imprese
- 25%per le grandi imprese
Cambiano, però, le percentuali per Molise e Abruzzo:
- 30% per le piccole imprese
- 20% per le medie imprese
- 10% per le grandi imprese
Il Bonus per le regioni meridionali nasce proprio per favorire l’acquisto di beni strumentali innovativi. Con l’introduzione, a partire dal 2020, dell’apposito credito di imposta destinato agli investimento in beni strumentali, previsto dal Piano Transizione 4.0 ed esteso a tutto il territorio nazionale, l’agevolazione diventa ancora più vantaggiosa. I due strumenti, infatti, sono cumulabili, nei limiti di quanto stabilito e spiegato dalla Agenzia delle Entrate.
Il Bonus Sud è “cumulabile con aiuti de minimis e con altri aiuti di Stato che abbiano a oggetto i medesimi costi ammessi al beneficio, a condizione che tale cumulo non porti al superamento dell’intensità o dell’importo di aiuto più elevati consentiti dalle pertinenti discipline europee di riferimento”. Il credito d’imposta investimenti in beni strumentali, invece, è cumulabile con altre agevolazioni che abbiano a oggetto i medesimi costi. A condizione che tale cumulo, tenuto conto anche della non concorrenza alla formazione del reddito e della base imponibile Irap, non porti al superamento del costo sostenuto.
L’Agenza delle Entrate, con la risposta n° 360/2020, ha specificato che i due strumenti (Bonus Investimenti Sud e Credito d’Imposta) possono essere considerati cumulabili, a condizione che questo non porti al superamento del costo sostenuto per l’investimento.